La vita quotidiana nei castelli della Loira nel Rinascimento by Ivan Cloulas

La vita quotidiana nei castelli della Loira nel Rinascimento by Ivan Cloulas

autore:Ivan Cloulas [Cloulas, Ivan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Du Bellay e Ronsard, cortigiani e poeti

Guida del movimento erano Ronsard e du Bellay, entrambi nativi della regione della Loira e parenti tra loro. Joachim du Bellay, un cadetto dell’Angiò scomparso prematuramente, a trentotto anni, nel 1560, fu costretto per vivere ad accompagnare a Roma, nel 1553, il cugino, cardinale Jean du Bellay, e ad abbracciare la carriera ecclesiastica. Divenne canonico di Notre-Dame di Parigi. Aveva però già scritto una raccolta di sonetti in onore di una giovane dama, Olive, che amava platonicamente. L’esilio romano gli ispirò toni patetici nelle Antiquités [Antichità] e nei Regrets [Rimpianti]. Questi versi sono ancor oggi profondamente commoventi. Il successo però non gli arrise grazie a essi, ma grazie a opere di circostanza quali Le tombeau d’Henri II [La tomba di Enrico II] e Le bocage royal [Il boschetto reale]. Il successo sociale, per i poeti, come per gli altri cortigiani, presupponeva le lodi del proprio signore.

La carriera di Ronsard è anche più caratteristica al riguardo. Suo padre Louis, signore di piccola nobiltà, conquistò la benevolenza di Francesco I tenendo compagnia in Spagna dal 1526 al 1530 ai figli del sovrano detenuti come ostaggi. Il futuro poeta, Pierre, allora dodicenne, fu nominato nel 1536 paggio del delfino Francesco, poi occupò la stessa funzione presso la principessa Maddalena che accompagnò in Scozia quando sposò il re di quel paese nel 1537. Tornò in Francia dopo la morte di Maddalena ed entrò al servizio del duca Carlo d’Orleans, terzogenito di Francesco I. A sedici anni era scudiero presso le scuderie reali quando una malattia lo rese parzialmente sordo e gli sbarrò la carriera militare. Scelse allora di farsi tonsurare: come chierico avrebbe goduto dei benefici connessi al suo stato senza adempiere ai doveri del culto, che facilmente delegava a un vicario stipendiato.

Garantitosi così l’avvenire economico, Ronsard brillò nel bel mondo. Nel 1545 conobbe Cassandra Salviati durante un ballo al castello reale di Blois. La fanciulla aveva quattordici anni, era bionda con gli occhi neri e cantava con voce incantevole accompagnandosi con il liuto. Suo padre era uno di quei banchieri fiorentini che prestavano grosse somme al re: Bernardo Salviati, i cui affari prosperavano, aveva acquistato il castello di Talcy ai confini fra la Beauce e il Blésois. Ne fece una dimora deliziosa, di stile italiano. Il chierico Pierre de Ronsard, che non aveva niente di sacerdotale né nell’atteggiamento né nelle vesti, corteggiava Cassandra della quale era innamorato. Ma non ricambiato: nel 1546 la fanciulla sposò Jean de Peigné, signore di Pray, che dimorava nelle vicinanze del maniero della famiglia Ronsard, la Possonnière nel Vendômois. Ronsard si rassegnò cantando la sua bella come Petrarca aveva fatto con Laura in versi incantevoli tanto spesso recitati nei castelli:

Mignonne, allons voir si la rose...2



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